Pescato vivo, munita di prolungamenti spinosi e dalla forma rigonfia allungata in una estremità del sifone, che invece è lungo e dritto. La superficie esterna è rugosa e percorsa da numerosi cordoncini a spirali irregolari. La colorazione esterna marroncino molto scuro, l' apertura è ovale, dentellato sul margine esterno, completo del suo opercolo che va a chiudere perfettamente il mollusco all' interno a difesa dei predatori e dal colore che va dal giallo all'arancio. Si riproduce solitamente a giugno-luglio, si radunano in gruppi numerosi con esemplari di sesso differente che si accoppiano. Gli individui di questa specie sono ermafroditi, prima sono maschi e poi all'occorrenza diventano femmine. Le uova vengono deposte sulle rocce e da noi in Romagna anche sulle scogliere artificiali, in una massa biancastra più o meno gelatinosa. Dalla ghiandola di questo mollusco come dal "trunculus" si ricava la porpora dal colore violaceo che si utilizzava per la colorazione delle stoffe. Da ogni mollusco si può estrarre solo una goccia e quindi l' utilizzo era molto costoso, basti pensare all'Iliade, secondo la quale solo le principesse potevano indossare i veli di porpora. La pesca del murice era talmente pregiata per cui i fenici si spostavano al di là delle Colonne d'Ercole, arrivando a pescare sino alle Canarie. Il primo centro di smistamento della porpora fu Tiro poi Cartagine che divenne il luogo più importante di produzione, da qui raggiunse Roma, dove divenne uno dei simboli della magnificenza imperiale.